I puzzle: un gioco per il cervello.

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La storia dei puzzle
La parola puzzle viene dall’inglese to puzzle che significa confondere.
Il primo tipo di puzzle a diffondersi fu quello geografico e fu inventato nel 1790 dal cartografo inglese John Spilsbury. Egli ritagliava le mappe lungo i confini delle nazioni e poi usava queste cosiddette “dissezioni” per insegnare la geografia nelle scuole. Questo metodo didattico era piuttosto divertente, tanto che divenne presto un piacevole intrattenimento presso la famiglia reale.

Durante l'800 i puzzle geografici vennero sostituiti da quelli a immagine, che rappresentavano scene di natura o personaggi famosi. Questi puzzle erano fatti di legno tagliato con una sega a traforo (da cui il nome inglese jigsaw puzzle) e solo alla fine del secolo apparvero i primi puzzle in cartone, più economici e facili da produrre.

Nell'arco del '900 i puzzle divennero molto popolari, soprattutto quelli di parole o numeri pubblicati su giornali e riviste. Tra questi spiccavano i Cruciverba, inventati nel 1913 dal giornalista britannico Arthur Wynne, e il Sudoku, un tipo di puzzle matematico inventato nel 1979 dall'architetto statunitense Howard Garns e diventato famoso in tutto il mondo solo nel 2005, quando venne pubblicato dal quotidiano britannico The Times.

Un altro genere di puzzle che ebbe molto successo fu quello meccanico o tridimensionale, che richiedeva di manipolare degli oggetti per raggiungere una determinata configurazione. Tra tutti il più noto è senz'altro il cubo di Rubik, inventato nel 1974 da Ernő Rubik, un architetto e scultore ungherese, e divenuto uno dei giocattoli di maggior successo al mondo, con oltre 350 milioni di pezzi venduti.


I benefici dei puzzle per il cervello

Ma fare i puzzle, oltre ad essere un passatempo divertente, ha anche molti vantaggi cognitivi e psicologici. Vediamone alcuni:

  • Stimolano entrambi gli emisferi cerebrali. Il cervello è diviso in due emisferi, destro e sinistro, che svolgono funzioni diverse. L’emisfero destro si occupa della creatività e delle emozioni; l’emisfero sinistro si occupa della logica e dell’obiettività. Quando si risolve un puzzle entrambi gli emisferi devono comunicare e collaborare, aumentando la funzione cognitiva.
  • Migliorano il ragionamento visuo-spaziale. Per assemblare un puzzle si devono osservare diversi pezzi e collocarli all’interno di una immagine più grande. Questo esercizio migliora la capacità di percepire le forme, le dimensioni e le direzioni nello spazio, capacità che nella vita quotidiana è utile ad esempio per orientarsi, montare un mobile o caricare la lavastoviglie.
  • Sviluppano l’attenzione al dettaglio. Quando si risolve un puzzle bisogna  allenare gli occhi a trovare le piccole differenze di colore o di forma che aiutano a completare l’immagine.
  • Rinforzano la memoria a breve termine. Risolvere i puzzle rinforza e genera le connessioni neurali, aumentando la velocità mentale e i processi di pensiero. Per posizionare un pezzo bisogna cercare tra gli altri un colore o una forma e visualizzare l’immagine su larga scala per vedere quali pezzi vanno insieme. 
  • Aumentano il quoziente intellettivo (QI). Una ricerca condotta dall’Università del Michigan ha scoperto che trascorrere 25 minuti al giorno a risolvere puzzle può aumentare il QI di 4 punti!
  • Migliorano le capacità di problem solving. Per risolvere i puzzle si adottano diversi approcci e si impara il valore di formulare teorie, testare ipotesi e cambiare prospettiva quando qualcosa non va come previsto. Queste abilità possono essere trasferite ad altri ambiti della vita, rendendoci più innovativi nella risoluzione dei problemi, più critici nel pensiero e più adattivi alle situazioni.
  • Favoriscono il rilassamento e la concentrazione. Fare i puzzle ha un effetto meditativo, perché richiede di focalizzare l’attenzione su un’attività specifica e di escludere le distrazioni esterne. Questo aiuta a calmare la mente e a ridurre lo stress, aumentando inoltre la produzione cerebrale di dopamina, il neurotrasmettitore responsabile della regolazione dell’umore e dell’ottimismo.

In conclusione, sappiamo tutti che ci sono vari tipi di puzzle e che sono un passatempo divertente apprezzato dalle persone di ogni età, ma vale la pena ricordare che ogni volta che ne facciamo uno stiamo facendo un bel regalo anche alla nostra materia grigia!

 

 


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